Il sentiero Frassati
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Dalla Val Visdende a S.Pietro di Cadore

DALLA VAL VISDENDE A SAN PIETRO DI CADORE

o Più che una valle è un largo bacino abbastanza regolare che si stende fra una cerchia di montagne coperte di conifere. A nord la Cresta Carnica, costituita da rocce scistose paleozoiche con affioramenti di calcari devonici, segna il confine con l'Austria e fa da spartiacque fra il bacino del Mediterraneo (Piave) e quello del Mar Nero (Gail, Drava, Danubio). Fra i valichi dell'Oregone e del Col di Càneva troneggia la piramide superba del Monte Peralba (2694 m), costituito da calcare bianchissimo (petra alba, pietra bianca).
Valvisdende San Pietro
Il corso d'acqua che traversa Visdende si chiama Cordévole (di Visdende, per distinguerlo dall' altro che traversa l' Agordìno), ma è detto anche Piave di Visdende.
Il bacino di Visdende occupa circa 70 kmq. dei quali 18 di rocce, ghiaie e detriti, 15 di prati e pascoli, 37 di foresta. Quest'ultima è straordinariamente opulenta, sicuramente fra le miglori delle Alpi ed appartiene quasi esclusivamente ad alcune Regole Comunioni Familiari del Comèlico, che sono ben consapevoli della grande importanza che ha la valle per l'economia del comprensorio. Poche case rustiche, qualche locanda, traffico regolato d'estate, possibilità escursionistiche infinite, fanno di Visdende un'isola felice. O quasi ...

Dalla Locanda "da Plenta" a Costa d'Antola di Visden- de m) si segue la strada asfaltata verso sud ovest fino al vicino Ponte delle Strette (1285 m). Poche decine di metri prima del ponte si prende la stradina che si stacca a destra (nord) e porta al piccolo guado sul Torrente Val Càrnia e ai rustici di legno scuro di Costa Zucca dov'è la chiesuola di SANT'ANTONIO (vedi foto p. SO). Più avanti di circa SO metri (dov'è una tabella "divieto di transito alle auto") parte sulla sinistra (ovest) un sentierino nell' erba che va a tagliare la piana e giunge al bosco dove diventa stradina forestale che scende ad un primo torrentello e quindi al Torrente Londa che si guada senza difficoltà (ma attenzione alle piene!).
Risalita la sponda opposta si arriva ben presto alla immensa distesa verde di Pra Marino (Locanda Alpina e Azienda Agrituristica), nei pressi della chiesetta della MADONNA DELLA NEVE (1288 m). Siamo in uno dei regni incantati del creato, cinto da foreste e montagne; il Peralba, culla del Piave, ne è il sovrano.

Dalla Locanda Alpina si segue la strada verso nord (non traversare i prati) che, dopo un'ampia curva (tabelle segnaletiche: per il Rifugio Forcella Zovo km 5 e altre) riporta a sud verso l'Az. Agrituristica e il Pra della Fratta (locanda) da dove si dirige decisa a ovest (a lato della strada c'è una bella ricostruzione di una rìsena per lo slittamento del legname a valle). La stradina continua nel bosco, raggiunge l'Albergo Miravalle (1359 m) e risale la dorsale boscosa fino a giungere alla Forcella Zovo (1606 m) ed all'omonimo vicino rifugio privato.
Valicata la forcella ci si dirige a sud, subito incontrando un capitello dedicato alla MADONNA. Al bivio si procede a sinistra (sud; segnavia 158) su strada asfaltata, fin dove una stra dina sterrata, presso delle praterie, si stacca a destra (sud ovest) ed entra nel bosco del Col di Tàmber che si va a percorrere in divertente e panoramicissima discesa. Raggiunti e passati alcuni caratteristici fienili comeliani, ci si immette nella ripida stradella asfaltata chiamata "la terribile" dove si incontra il CAPITELLO DELLA MADONNA detto "LA MÀINA)).
La strada continua a scendere ripida, ma comoda e panoramica, fino ad entrare nel ridente e soleggiato paese di Valle (1168 m), dal quale si gode una vista eccellente, impreziosito da uno strano CAMPANILE rimasto "vedovo" della chiesa (della quale non v'è più traccia, ma in una foto del 1917 la si vede) che ha lasciato posto a quella nuova, consacrata nel 1996 e dedicata ai SANTI FRANCESCO E LORENZO.
Dal campanile solitario si scende a sinistra per la via tra le case, presto incontrando un piccolo capitello dedicato alla MADONNA DELLE GRAZIE e giungendo infine a San Pietro di Cadore (1039 m). Possibilità di ristoro e pernottamento. Ore 6 circa da Val Visdende.
@ A Costa Zucca di Visdende la g~aziosa Chiesuola di Sant'A-;tonio è stata costruita nel 1852 dalle genti che, nella valle, si dedicavano al pascolo, alla fienagione, alla cura ed allo sfruttamento del bosco. Al termine della seconda guerra è stata restaurata a cura di una famiglia comeliana per adempiere ad un voto: l'insperato ritorno di un congiunto dal campo di concentramento di Buchenwald. Sempre in Visdende, nella piana di Pra Marino, fa bella mostra la Chiesa della Madonna della Neve costruita nel 1966 per volontà del Pievano di Santo Stefano, mons. Bortolot. Il legname e le pietre sono del luogo. La statua della Madonna è opera del gardenese Conrad Moroder. In occasione della visita di SS Giovanni Paolo II nel 1983 è stato dedicato un bassorilievo ligneo a San Giovanni Gualberto, protettore del Corpo Forestale dello Stato, opera del Giuseppini di Auronzo. Nei pressi della Forcella Zovo si incontra la Cappelletta della Madonna costruita nel 1954. Finita la discesa del Col di Tàmber e giunti sull'asfalto, ecco presentarsi il Capitello della Màina, con statuetta della Madonna in terracotta dipinta, posta nel 1928 per un voto fatto durante la Grande guerra: il ritorno di un figlio. A Valle avviene l'incontro con il campanile solitario, rimasto così dopo la "sparizione" della vecchia chiesa, che si conosce solo attraverso alcune foto del 1917. Lì vicino sorge la nuova Chiesa dei 55. Francesco e Lorenzo, consacrata solo nel 1966 nonostante i lavori fossero iniziati al tempo della demolizione della vecchia chiesa. Ma le spese sono state sostenute dagli abitanti ... che sono abituati a fare un passo alla volta, senza indebitarsi, come insegna la logica montanara! All'interno un bronzeo Cristo Risorgente, altarioli lignei, statua lignea di San Lorenzo, un Crocifisso e una Madonna delle Grazie in legno.
Un Capitello della Madonna delle Grazie si trova scendendo da Valle, all' altezza di un bivio; la statuetta ivi contenuta è stata recuperata dalla vecchia chiesa.
A San Pietro di Cadore si può visitare la Chiesa di San Pietro, sorta attorno ad una precedente del 1258 e frutto di ampliamenti che hanno lasciata inalterata la struttura interna. Rilevante la grande tela raffigurante i Santi Pietro, Paolo e Simone, opera di Marco Vecellio eseguita nel 1588. Altre due tele seicentesche, di mano ignota, raffigurano San Pietro e il Buon Pastore. Oltre all'Altare Maggiore vi sono altri due dedicati alla Madonna di Lourdes e a Santa Lucia. La cornice che contiene l'effige di quest'ultima, in mogano con intarsi di madreperla, riporta la sagoma di un piccolo Budda, forse dono di una ricca famiglia locale con amicizie veneZiane.
Nota: a San Pietro si svolge la Processione della Madonna della Natività nella quarta domenica di agosto (in passato era il primo settembre), con i coscritti diciottenni che portano la statua della Madonna di Lourdes, mentre le vie sono abbellite da archi fatti di fronde di abete.
Poco a est di San Pietro, sulla Statale 355 per Sappàda, si distende lungo il Piave la Frazione di Presenàio (975 m) con la bella Chiesa di San Wolfango costruita nel 1420, come evidenzia una iscrizione riportata alla luce in occasione di un restauro del 1818. Lo scorcio di affresco posto centralmente sopra il portale raffigura il Vescovo San Wolfango. Recenti studi attribuiscono l'opera al pittore settecentesco Girolamo Pellegrini, artefice anche degli affreschi nel non lontano Palazzo Poli-De PoI di San Pietro. L'intervento ottocentesco ha comportato lo smembramento di alcune strutture originarie. Il recente restauro dell' anno 2000 ha rivitalizzato la decorazione pittorica attorno agli spigoli delle vele nella volta a cornice, quasi delle figureaffrescate raffiguranti il Padre Eterno con Angeli e Bambino e, nella volta dell' abside, la SS. Trinità e An gioletti. Sulle pareti dell'aula sono visibili due dipinti seicenteschi: a sinistra Santa Margherita e Teodo ra, a destra una tela datata 1652 con Madonna e Bambino tra due Santi. La Via Crucis è del Settecento. L'unico altare ligneo è stato riportato, con il recente restauro, agli antichi splendori. Delle tre belle statue lignee dipinte e dorate che contiene, raffiguranti San Wol/ango, San Sebastiano e San Osvaldo, solo quest'ultimo appare stilisticamente proporzionata con il complesso altaristico.



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