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Chiesa dei SS. Rocco e Osvaldo - Dosoledo

CHIESA DEI SS. ROCCO E OSVALDO - DOSOLEDO

Dosoledo, nel 1521, era dotato appena di una piccola cappella; tanto piccola che i fedeli dovevano assistere alle funzioni religiose stando all'aperto.
La popolazione, religiosissima e in continuo aumento, sentiva il bisogno d'avere una propria chiesa che l'accogliesse col sacerdote celebrante.
In quel tempo una sola pievania, con sede a S. Stefano, abbracciava l'intero Comelico. La reggeva prè Osvaldo Zandonella dall'Aquila. Egli comprese il disagio dei suoi conterranei e il 19 aprile 1521 indisse, nella sua casa paterna a Dosoledo, un adunanza con le autorità del comune e i capifamiglia delle quattro fazioni.
In essa venne deliberato all'unanimità l'erezione di una chiesa da dedicarsi a S. Rocco.
Più tardi i fedeli vollero, insieme con S. Rocco, patrono principale, anche S. Osvaldo in segno di riconoscenza verso prè Osvaldo che di quell'opera era stato il promotore.
Fu ampliata nel 1600. Due secoli dopo si decise di abbatterla e di costruirne una altra di maggior capienza.

Chiesa SS. Rocco e Osvaldo - Dosoledo

L'attuale chiesa sorge al centro dell'abitato, sopraelevata rispetto alla piazza principale come un tempio. La fabbrica progettata inizialmente dal friulano Colussi, venne poi sviluppata da Giuseppe Segusini  fra il 1839 ed il 1844.
Segusini riesce a costruire a Dosoledo la prima chiesa neo-classica del Comelico.
Fu consacrata nel 1847 dal vescovo di Belluno mons.Gava.
L'intero della chiesa ad aula unica evidenzia lo stile neoclassico soprattutto nel presbiterio dove si ripresentano le colonne corinzie decorate  da fastosi capitelli. La zona del coro semicircolare ha un catino absidale decorato con rosoni bicromatici.
Le volte sono decorate con affreschi del noto artistia Bellunese De Min:nella volta della navatta  la glorificazione di S. Rocco, nel medaglione del coro, la SS. Trinità, i quattro Evengelisti, San Pietro e tre angeli, ed i simboli del Vecchio e Nuovo Testanmento, e nelle vele, i quattro Profeti Maggiori.
Lungo la navata, entrando a sinistra, troviamo l'altare ottocentesco dedicato a Sant'Apollonia, contenente un trittico dipinto ad olio, raffigurante al centro Santa Apollonia, a sinistra San Rocco, a destra  San Floriano.
In fondo a sinistra ecco l'altare di grande pregio opera dello scultore Andrea Brustolon realizzato negli  anni 1722-23 e dedicato alla Madonna Addolorata
L'altare, in legno di pero, si presenta con una nicchia centrale più alta nella quale trova posto la Madonna cosiddetta dei Sette Dolori,in piedi con  le braccia aperte, mentre ai suoi piedi si allunga, sorretto da un angelo, il corpo deposto dalla Croce del Figlio morto. Nelle due nicchie laterali sono inseriti san Filippo Benzio e santo Stefano.
Di fronte all'altare dell' Addolorata, una pala dipinta ad olio raffigurante Sant'Anna di Cesare Bagni.
Degne di nota anche le quattordici Satzioni della vai Crucis, dipinte ad olio su tela da Vico Calabrò e Nazzareno Corisini.

Affiancato alla chiesa il campanile realizzato con la classica pietra locale fu costruito nel 1777-78, prima che sorgesse la chiesa nuova. Si  presenta un po' massiccio perché la cupola, a causa di un problema finanziario che non consentì la costruzione del "dado" superiore, venne collocata direttamente sulla cella campanaria.

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